La trasformazione derivante dalla transizione digitale della società ha inevitabili ripercussioni sulle modalità di presentazione, diagnosi e trattamento dei disturbi psichiatrici psicotici siano essi di natura timica o schizofrenica; a complicare ulteriormente il quadro si presentano oggi nuove forme di abuso da sostanze spesso sconosciute agli stessi consumatori e che affiancano le tradizionali droghe conosciute.
La psicopatologia si trova ad affrontare nuove sfide nel tentativo di descrivere i vissuti che tale complessa trasformazione comunicativa e fisica comporta. La nuova psicopatologia si trova, partendo dall’indispensabile conoscenza dei quadri classici, a confrontarsi con quadri anomali, ancora non definiti, eterogenei, nei quali si fatica a rintracciare una regolarità diagnostica e, di conseguenza, terapeutica. Viene in aiuto il potente sviluppo dell’industria farmacologica che permette una maggiore precisione prescrittiva e una possibilità di variare tempi e modi di somministrazione dei farmaci. Ci troviamo di fronte ad una seconda rivoluzione come quella che dagli anni cinquanta a permesso di ridurre la abnorme residenzialità psichiatrica a favore di un progressivo reinserimento del paziente depresso o schizofrenico nel tessuto sociale.
Le Giornate psichiatriche Ascolane, nel solco del tentativo ormai ventennale di unire i due paradigmi della psicopatologia e della farmacologia anche quest’anno hanno pregato autorevoli esperti di unirsi una riflessione, che se non potrà mai essere esaustiva e definitiva, sia almeno uno spazio-tempo di riflessione, una tappa che permetta di elaborare strategie di intervento di fronte alle nuove sfide che si trova ad affrontare chiunque si occupi di salute mentale.