La progressiva presa di coscienza scientifica e clinica degli ultimi anni che la fisiopatologia e i substrati patologici della cardiopatia nella donna non sono semplicemente il trasferimento al genere femminile dell’insieme dei meccanismi che caratterizzano il genere maschile, è ormai consolidata. Nonostante ciò ancora oggi esiste una preoccupante carenza dei dati necessari per un inquadramento diagnostico, terapeutico e prognostico basati sull’evidenza.
La prevalenza di malattia cardiovascolare (MCV) aumenta con l’età in entrambi i sessi, ma tende a essere più bassa nelle donne in pre menopausa rispetto agli uomini della stessa età, per arrivare poi ad un più rapido aumento nelle donne dopo la menopausa. Dopo i 65 anni, la prevalenza nel sesso femminile supera quella degli individui di sesso maschile.
E’ evidente che l’insorgenza di una MCV conclamata nelle donne è più tardiva rispetto a quella dell’uomo di circa un decennio, ma può presentarsi in maniera più severa
Ciò nonostante, l’approccio diagnostico è lo stesso, gli standard dei test di laboratorio e i limiti di normalità non sempre sono distinti per genere, i valori di riferimento usati per definire i fattori di rischio sono comunque quelli standardizzati prevalentemente nella popolazione maschile. Negli ultimi anni, la prevalenza delle MCV nella popolazione femminile è aumentata, stante l’incremento dell’aspettativa media di vita che comporta la presenza di co-patologie di maggior durata. A causa dell’invecchiamento della popolazione e della maggiore longevità delle donne con presenza di co-patologie, l’invecchiamento attivo, che passa anche attraverso la prevenzione delle MCV, è un tema di fondamentale rilevanza nella presa in carico delle pazienti donne per il Sistema Sanitario Nazionale. Le divergenze rispetto alla malattia tipica del genere femminile stanno delineandosi non solo nell’ambito specifico della Cardiopatia ischemica, ma in un più vasto ambito di morbilità cardiovascolare e sistemica femminile
Vi sono infatti malattie che sono uniche della sfera femminile, altre prevalenti e altre infine che si manifestano in modo diverso nei due generi e che rendono il profilo delle comorbilità sostanzialmente diverso nei due sessi.
Il percorso di prevenzione delle MCV nella donna può essere migliorato a partire dai fattori di rischio da prendere in esame nella stratificazione del rischio cardiovascolare secondo un’ottica di genere. Pertanto al fine di arrivare ad una corretta prevenzione del rischio cardiovascolare, è importante instaurare un percorso di prevenzione strutturato, definito e condiviso, in un’ottica di gestione multidisciplinare.
L’obiettivo di un percorso è quello di garantire una valutazione efficace del rischio di MCV anche nella donna, per arrivare a colmare il divario di sesso e di genere in ambito cardiovascolare con l’auspicio che possa essere realizzato nella pratica clinica nella maniera più uniforme possibile in AUSL Romagna.