Il convegno propone un aggiornamento delle conoscenze sull’amiloidosi cardiaca, per tradizione considerata malattia rara, senza terapie efficaci e con una prognosi infausta, oggi ridefinita come una patologia non infrequente, diagnosticabile e curabile. Verrà posta attenzione in primo luogo agli aspetti diagnostici della cardiomiopatia amiloidotica ponendo particolare attenzione alla caratterizzazione delle red flags specifiche quindi agli strumenti per porre diagnosi una volta sospettata la malattia.
La cardiomiopatia amiloidotica oggi è una malattia curabile e la sua terapia rappresenta un modello unico di medicina di precisione. Le evidenze scientifiche a supporto della terapia specifica sono crescenti e stanno contribuendo a migliorare la prognosi dei pazienti, a patto che la diagnosi venga effettuata precocemente ed in maniera accurata. Tra le terapie di supporto da offrire al paziente con amiloidosi cardiaca quella anticoagulante con DOAC per la prevenzione delle complicanze cardioemboliche della fibrillazione atriale rappresenta un aspetto di importanza cruciale; i pazienti con amiloidosi infatti presentano un rischio cardioembolico elevato a prescindere dagli score attualmente in uso e necessitano di un adeguato trattamento che tenga conto del profilo di rischio emorragico (aumentato) di pazienti spesso affetti da numerose comorbidità. Al fine di identificare e gestire al meglio il paziente con amiloidosi cardiaca appare sempre più imprescindibile il coinvolgimento del medico di Medicina Generale, al fine di stabilire un sempre più stretto rapporto di interazione e collaborazione tra specialisti (ambulatoriali/ospedalieri) e territorio.