La compromissione del sistema cardiovascolare e del rene devono essere considerate espressione di malattia vascolare pertanto possono frequentemente coesistere, determinando interazioni multiple in grado di condizionare l’evoluzione della patologia e l’outcome clinico del paziente.
Il paziente con fibrillazione atriale frequentemente presenta una condizione di scompenso cardiaco, spesso con difficoltà a riconoscere se la patologia aritmica è conseguenza della disfunzione ventricolare o piuttosto se la disfunzione ventricolare è espressione di una tachiaritmia ad alta frequenza ventricolare, protrattasi nel tempo. La istituzione di una terapia anticoagulante è assolutamente necessaria nel paziente ad alto rischio tromboembolico e a funzione renale condiziona il dosaggio dei farmaci anticoagulanti orali diretti e la necessità di un periodico monitoraggio nella funzione renale, tanto nel paziente con fibrillazione atriale quanto nel paziente con tromboembolismo venoso. La funzione renale può presentare variazione nel tempo, in termini di peggioramento in rapporto a una molteplicità di eventi clinici, particolarmente in presenza di scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco è una condizione cronica che può andare frequentemente incontro a peggioramenti acuti con necessità di ospedalizzazione. Sono oggi disponibili nuovi presidi terapeutici da attuare in combinazione, includendo anche nuove risorse farmacologiche utilizzabili anche in presenza di marcata compromissione della funzionalità renale.
L’incontro si propone di coinvolgere diversi specialisti per una disamina completa delle attuali soluzioni farmacologiche per il paziente con plurime comorbidità in campo.