La giornata formativa si propone di fornire un aggiornamento sullo stato dell’arte nella gestione terapeutica del paziente con schizofrenia e con disturbi dell’umore nelle varie fasi della malattia (acuta, di mantenimento e riabilitativa) e sulle migliori strategie per garantire che il trattamento sia contemporaneamente basato sulle evidenze scientifiche e adattato ai singoli casi, con focus specifici su terapie orali e LAI. Sarà affrontato il tema sulla scelta del farmaco anche in relazione alla complicazione derivante dalla comorbilità sia psichiatrica sia medica, in particolare nella giovane età dove la depressione, l’ansia e l’abuso di sostanze, così come le psicosi all’esordio, rappresentano realtà sempre più frequenti, promuovere e mantenere il “recovery” dagli effetti debilitanti del disturbo il più lungo possibile.
Sarà definito il paradigma di cura per le malattie gravi, orientato alla riabilitazione e al recovery, attraverso cui contrastare l’instaurarsi della disabilità e che persegue il “principio dell’assistenza centrata sulla persona”, ispirata alla dimensione olistica, all'individualizzazione e all'integrazione dei trattamenti, al riconoscimento della persona oltre la malattia e alla collaborazione tra tutte le competenze professionali coinvolte nel piano di trattamento. La realizzazione di un tale "modello organizzativo integrato e orientato al destinatario", strutturato in team interdisciplinari, i cui professionisti provengono da diverse organizzazioni socio-sanitarie e condividono un comune paradigma, ha trovato nelle esperienze dei Csm di Forlì e Cesena un riferimento nella metodologia dell’approccio dialogico finlandese, promosso dalla regione Emilia-Romagna. Lavorare in rete, costruire partnership locali, agire in quanto membri di un team multidisciplinare, ha richiesto, infatti, l’approfondimento e disposizione di strumenti che consentano a livello pratico la capacità di gestire contesti relazioni altamente complessi.