Eventi inattesi come la pandemia da COVID-19, non ancora del tutto risolta, e più recentemente il dramma della guerra in Ucraina stanno avendo enormi ripercussioni sulla salute mentale e sul benessere degli individui, specialmente anziani, bambini e adolescenti. L’esposizione ripetuta a traumi su larga scala e il clima sociale ed economico di grande incertezza costituiscono, difatti, un vero e proprio mix esplosivo di fattori stressanti in grado di favorire il disagio psichico e catalizzare l’esordio di disturbi psichiatrici, anche gravi, nei soggetti a rischio (depressione, ansia, disturbi correlati a stress, autolesionismo, suicidio, dipendenze, disturbi dell’alimentazione).
Se da un lato dunque, in tutto il mondo, stiamo assistendo ad un aumento esponenziale nell’occorrenza di tali disturbi, e di conseguenza della richiesta di “salute mentale”, dall’altro il contesto italiano attuale vede i DSM pubblici vertere in uno stato di grave difficoltà per la cronica inadeguatezza delle risorse economiche destinate alla salute mentale, a cui si è affiancata, negli ultimi anni, una drammatica difficoltà a reperire personale, soprattutto medico. L’aumentata e diversificata richiesta di cura rischia, pertanto, di non trovare una risposta adeguata, indubbiamente per la scarsità delle risorse disponibili, ma anche verosimilmente per la loro allocazione in un sistema organizzativo pensato per scenari sociali ed epidemiologici molto distanti dagli attuali.
Le criticità emergenti nell’ambito della salute mentale si accompagnano, tuttavia, in un’ottica positivista alle nuove possibilità e opportunità che il PNRR sembra offrire alla sanità pubblica e che può e dovrebbe, anche per la psichiatria, aprire a nuovi scenari d’integrazione territoriale e di finanziamento. Guardando quindi anche solo ad un futuro prossimo appare ineluttabile, per i Servizi di Salute Mentale, la necessità di un ripensamento dell’offerta di cura, sia in termini di innovazione e razionalizzazione organizzativa, che di peculiarità e adeguatezza del trattamento.
Sul piano della ricerca nuove prospettive si sono aperte in ambito medico dalle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale (IA), sia in termini di innovazione sul piano diagnostico-terapeutico, sia in termini di digitalizzazione dei processi e servizi sanitari. In particolare, lo sviluppo di sofisticati sistemi computazionali di machine learning e deep learning, consentendo di analizzare dataset di grandi dimensioni (big data) ed elevata dimensionalità all’interno di uno spazio a bassa dimensionaità (solo parametri significativi), consentirebbe in Psichiatria di migliorare la classificazione diagnostica e la stratificazione clinica dei pazienti anche mediante l’identificazione di biomarcatori, di indagare le inter-relazioni dinamiche tra network di sintomi e di predire l’outcome. Tali opportunità favorirebbero il processo di “concretizzazione” della psichiatria di precisione nel real world, a cui tanto si ambisce.
L’impiego dell’IA, inoltre, offre enormi opportunità per modificare l’assetto organizzativo dei servizi territoriali psichiatrici e attuare importanti cambiamenti nella relazione psichiatra-utente (digitalizzazione della salute mentale), favorendo il movimento di quest’ultimo verso un pieno empowerment nel processo di cura. Ciò ovviamente ha delle implicazioni in ambito medico-legale che richiedono lo sviluppo di adeguati percorsi informativi e formativi volti alla corretta gestione e utilizzazione delle nuove tecnologie.
Obiettivo del congresso sarà quindi quello, partendo dall’analisi della situazione attuale, di tracciare le traiettorie future della psichiatria in termini di criticità ma anche di opportunità, e di rispondere ai nuovi bisogni in termini di riorganizzazione e innovazione scientifica.