A distanza di due anni dall’inizio della pandemia da COVID-19, si può senz’altro affermare, come già sostenuto dai dati della letteratura scientifica, che la malattia da Coronavirus ha determinato mutamenti tanto quantitativi quanto qualitativi nelle manifestazioni psicopatologiche della popolazione di tutte le età ed in particolare nella popolazione appartenente all’età evolutiva, adolescenza e giovani adulti in particolare, che con grande frequenza si sono rivolti all’aiuto dei loro medici di famiglia o di specialisti del settore.
Il Corso, oltre a fornire dati sull’aumento del disagio psichico e dei disturbi psicopatologicamente più significativi provocato dalla convivenza forzata con una gravissima pandemia, con tutte la sue conseguenze sul piano sanitario e sociale, analizzerà anche i mutamenti qualitativi delle manifestazioni psicopatologiche e si avvarrà da un lato del confronto fra specialisti (psichiatri e psicoterapeuti) e medici di medicina generale, che costituiscono il primo e principale punto di ascolto della sofferenza psichica.
Di estrema importanza, sarà quindi l’analisi e la discussione clinica di alcuni casi clinici presentatisi alla attenzione degli specialisti o dei medici di medicina generale, nei quali la variabile costituita dalla pandemia in corso abbia avuto un ruolo significativo nel determinare l’esordio e le modalità delle manifestazioni di sofferenza psichica.
La ricerca neuropsicologica ha ormai dimostrato che mente e cervello, software e hardware, sentimento e ragione, emozione e cognizione, concorro all’unisono alla realizzazione del pensare e dell’agire. Questa opera di integrazione ‘interna’ è in continua relazione con il mondo esterno, l’ambiente e gli affetti a questo correlati. Durante la pandemia, senza dubbio, il mondo esterno, l’ambiente e le relazioni interpersonali sono radicalmente cambiati, restituendo alla popolazione un confronto con una realtà diversa, minacciosa, triste e coercitiva, quando non francamente drammatica.
Il processo clinico e la cura si sono pertanto dovuti adattare a questa situazione tanto nuova quanto drammatica, escogitando modalità tese a rimanere vicini alle persone sofferenti seppure ‘a distanza’, utilizzando le visite e i colloqui ‘da remoto’, e interessandosi maggiormente alla interazione del soggetto con l’ambiente circostante. Il corso si propone pertanto di approfondire le esperienze e le azioni cliniche che possono condurre ad una convivenza consapevole e gestibile delle diverse istanze intrapsichiche e del loro rapporto con il mondo esterno, tanto sul piano cognitivo che emotivo.
Come già ricordato, oltre al riferimento alla letteratura scientifica, i contenuti del corso saranno trasmessi attraverso la discussione clinica di casi, oltre che attraverso il confronto fra specialisti e medici di medicina generale in relazione alla loro esperienza degli ultimi due anni.